Leila Meroi: DIARIO DAL KANG

IL LATO NASCOSTO DELLA MONTAGNA...

Il motivo per cui ho deciso di creare questo piccolo spazio è per cercare di dar voce a quello che un po' percepisco come il "lato nascosto della montagna". Quanti di noi si sono spesso ritrovati letteralmente storditi dal potere esercitato con sempre maggiore intensità dalle notizie gridate: chi è salito in cima a cosa, quanti sono finiti sotto l'ennesima valanga, pettegolezzi, classifiche su chi è l'alpinista più bello/bella... Esercizi di vanità e, spesso, semplice manipolazione. Quello che mi piacerebbe fare - e ancora francamente non so se ne sarò in grado - è piuttosto di dar voce ai silenzi, le immagini, le esperienze di chi come me in montagna cerca altro, rispetto a tutto questo. Per certi aspetti un blog di servizio. O piuttosto, se vorrete, un piccolo spaccato della mia realtà. Proprio per questo ho evidenziato alcuni siti/blog che a parere mio possono essere interessanti da seguire e anche qualche semplice spunto per aiutare chi, purtroppo, non è fortunato come noi.

mercoledì 11 aprile 2012

DIARIO DAL KANG

10 aprile_sms da Romano

"Finito avvicinamento con jeep. Piove. Domani inizia il trekking, 6/7 giorni. Compagnia in gamba".
Il gruppo trek è composto da sette persone e, se ho interpretato correttamente l'ermetismo di Romano, il totale dei componenti ha ben 50 Ottomila sulle spalle! Si tratta di due italiani (Nives e Roman), due romeni, due spagnoli e uno slovacco. Lo so, messa così sembra l'inizio di una barzelletta, ma spero che nelle prossime comunicazioni Roman si sbottoni un po' di più per raccontarci il seguito della storia...

LA MIA STORIA

Ho mosso i primi passi sulle Alpi Giulie, le montagne di casa, dove tra rocce e boschi millenari ho trascorso l'infanzia in un genuino "stato brado", divisa tra compiti, pianoforte e un indomabile amore per la natura.

Laureata in neuroscienze, per anni mi sono poi dedicata alla ricerca scientifica in Himalaya, scovando i lavori più disparati pur di pagarmi le spedizioni e poter applicare sul campo i miei studi sull'edema cerebrale d'alta quota.

E' così che ho avuto modo di conoscere l'Asia, facendo del Nepal la mia seconda casa e radicando sempre più il mio legame con la terra, in un muto e rispettoso ritorno all'essenziale.

Ma l'amore per la natura mi spinse oltre, così decisi di tradurre in realtà il mio sogno di bambina, diventando finalmente una guida naturalistica ed escursionistica.

Divisa tra scienza e natura, il mio lavoro ora è trasformare queste passioni in momenti di condivisione.
Alla ricerca di quell'anima dei luoghi solo apparentemente perduta. Alla scoperta di quanto può essere terapeutico rimettersi in cammino...